Cammino di Santiago, gli albergues da Saint Jean Pied de Port a Leon

da Viaggiare Zaino in Spalla
11 commenti

Tra il 2017 e il 2018 ho intrapreso il cammino di Santiago de Compostela, in Spagna. Ho deciso quindi di fare una recensione di tutti gli albergues in cui ho alloggiato. Ma prima una doverosa premessa.

Spezzare le tappe e decidere dove alloggiare

Ho scelto di fare la via Francese poiché maggiormente organizzata sul fronte pernottamenti, in vista della mia necessità fisica di dover spezzare le tappe e rendere possibile questo cammino, nonostante i miei problemi di salute.

Il cammino francese vanta infatti una frequenza di pellegrini talmente alta da aver permesso agli hospitaleros anche privati di aprire albergues in ogni dove. In questo modo il pellegrino ha la possibilità di fermarsi dove vuole, oltre le tappe convenzionali suggerite dalle guide.

Questo ha reso possibile la partecipazione al cammino anche da parte di chi, come me, ha problemi a percorrere troppi km al giorno.

Se prima, per trovare alloggio, si dovevano fare forzatamente dai 25 ai 30 km al giorno, ora si può trovare facilmente un letto anche ogni 5 o 10 km. Questa è stata una grande conquista e probabilmente anche la fortuna del cammino, motivo che ha reso il cammino un’esperienza realizzabile da tutti.

Suggerimenti

Con questa recensione vorrei dare delle semplici indicazioni sulle tappe che io ho stessa ho percorso e che magari possono agevolare chi vorrebbe partire ma ha paura di non rieuscire a percorrere lunghe distanze.

Ci tengo a precisare che la recensione agli albergues non vuole influenzare la scelta di nessuno ma anzi ritengo sia giusto che ognuno faccia il cammino seguendo le proprie sensazione.

Gli albergues, soprattutto quelli non privati (comunali, parrocchiali e donativi) sono gestiti da volontari che cambiano a rotazione quindi se la presenza di un hospitalero ha reso negativo il nostro soggiorno in un algergue non necessariamente quell’albergue va considerato in modo negativo. Lo stesso vale per la pulizia, che un anno può essere pietosa e l’anno dopo impeccabile. Quindi stiamo cauti nelle nostre scelte e cerchiamo di valutare il luogo in cui alloggiare seguendo sopratutto il nostro intuito.

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zaini in albergue
leggenda: 1*pessimo – 2**migliorabile – 3***buono – 4****ottimo – 5*****eccellente

– 2017 –

Saint Jean Pied de Port

Albergue “Le Chemin vers l’Etoile” 3***

Ho trascorso qui la mia prima notte, assieme ai primi compagni di viaggio incontrati sulla via. Dopo una buona cena comunitaria e le raccomandazioni paterne del nostro hospitalero su come affrontare al meglio la salita sui Pirenei, ho trascorso la notte quasi insonne per via dell’agitazione e l’emozione. Non ho avuto quindi modo di notare quanto il posto fosse pulito o comodo ma solo di godere appieno della gentilezza e della buona ospitalità. Le Chemin vers l’Etoile è un buon albergue che consiglio.

prezzo: non lo ricordo

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Valcarlos

Albergue “Luzaideko” 3***

Nonostante abbia percorso la parte alta del cammino, giunta alla collegiale di Roncisvalle non ho trovato posto per dormire, poiché sono arrivata molto tardi. Con un giro di telefonate eseguite dai volontari della collegiale, e constatato che nemmeno nella tappa successiva vi era più posto, sono stata rispedita indietro nella vallata a Vancarlos. In questo albergue sono stata ferma due notti per affaticamento (consiglio del medico di roncisvalle) e la gentilezza e le attenzioni di Signora Maria, l’hospitalera, mi sono state molto utili e non le scorderò mai. L’albergue è di poche pretese ma è stato molto utile avere una cucina a disposizione in cui poter cucinare qualcosa visto che non avevo la forza di uscire in giro a cercare da mangiare. Direi che è un luogo discreto in cui poter alloggiare.

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prezzo: non lo ricordo

Zubiri

Albergue municipale del pellegrino 2**

Ripartita da Roncisvalle, dove ero arrivata due giorni prima e dove mi sono fatta riaccompagnare, ho percorso la tappa fino a Zubiri con molta debolezza in corpo e mi sono fermata in questo paesino sperando di capitare in un luogo accogliente in cui riposare un giorno in più. Ma devo dire che il municipale di Zubiri è tutto tranne che accogliente, vuoi per le sue due grandi camerate che ricordano tanto gli ospedali della seconda guerra mondiale, vuoi perché i servizi si trovano in zone esterne e separate dalla zona notte e che quindi per andare in bagno devi percorrere tutto il cortile al freddo (a fine aprile c’era parecchio freddo) è stato quindi un fermo poco piacevole.

Per mangiare mi sono recata al bar vicino ma il giorno dopo ho scoperto che sempre all’esterno vi era anche una sala ristoro con annessa cucina in cui potersi preparare eventualmente da mangiare. Sono stati due giorni lunghi e noiosi ma che mi hanno permesso di riprendere le forze e ricominciare a camminare con nuovo entusiasmo.

prezzo: 8 euro

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Zuriain

Albergue “La Parada de Zuriain” 4****

Per non stancarmi troppo, vista l’esperienza traumatica iniziale che ha messo a dura prova il mio organismo, ho deciso che avrei percorso un cammino in lentezza e ascoltato maggiormente il mio corpo. Dopo 10km di sali e scendi continui, in un percorso comunque molto piacevole, mi sono fermata nel piccolo borgo di Zuriain (2 case messe in croce) solo per mangiare qualcosa e prendere fiato ma visto il cielo livido e l’imminente acquazzone in arrivo, ho deciso di ascoltare il mio istinto e di concludere li la mia tappa, scelta azzeccata. L’albergue è molto bello, sembra una vera e propria baita di montagna, con i letti in legno e un grande camino nella sala da pranzo. Qui ho fatto diverse conoscenze piacevoli tra cui un signore danese e una coppia di Coreani molto simpatici. La cena collettiva è stata abbondante e molto buona. Lo consiglio vivamente.

prezzo: non lo ricordo

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Pamplona

Hostel “Bearan” 3***

Arrivata a Pamplona e desiderosa di un letto comodo e un po’ di confort in più, ho deciso di non alloggiare in albergues ma di prendere un hostel che in Spagna sono l’equivalente dei nostri alberghi. Ho trovato, grazie all’ufficio del turismo, una stanza d’albergo a prezzi modici (per essere a Pamplona) e qui mi sono letteralmente spiaggiata in un riposo divino che è durato un intero pomeriggio. Doccia calda in un bagno tutto mio e poi in giro per la città. Un piccolo sfizio che mi sono voluta regalare.

prezzo: 45 euro

Zeriquiegui

“La posada de Ardogi” 2**

Arrivata in questo paesino dopo appena 10km da Pamplona, ho deciso di ascoltare ancora una volta il mio corpo ancora troppo spossato e fermarmi qui per la notte. Vicino alla chiesa di San Andrés c’era un albergue chiamato La posada de Ardogi che ho saputo hanno chiuso. Nulla di strano se magari vedrete che invece è aperto, spesso capita che queste strutture cambino solo gestione comunque tenete in considerazione che non è detto esista ancora. Nulla di che, non vi siete persi tanto. In alternativa, se proprio volete fermarvi a Zeriquiegui, c’è l’albergue San Antreas ma non so darvi alcuna recensione, non I’ho proprio visto.

prezzo: 10 euro

Muruzabal

“Albergue Muruzabal” 3***

Altri 10km e siete in un paesino che sembra uscito da un film Wester o almeno è questa l’impressione che mi ha dato Muruzabal. Sono stata molto felice di essermi fermata qui dopo la dura salita e l’ancor più ardua discesa dell’Alto del Perdon. Passare la notte qui mi ha permesso di visitare, in tutta calma, il vicino eremo templare di Eunate. Vicino relativamente, tra andare e tornare ci vogliono 5km ma sono stata felice di farli, ne vale la pena. Fermarmi all’albergue di Muruzabal è stata una buona soluzione, il luogo è semplice ma pulito e il nostro hospitalero si è dimostrato veramente cordiale e disponibile. Ha cucinato per noi, chiacchierato con noi e si è persino unito a noi quando abbiamo deciso di recarci nell’unico bar esistente del paese.

Tordando al discorso dell’albergue e di come mi sono trovata direi che conservo un buon ricordo, c’erano pochi letti per stanza, c’era la cucina aperta a tutti e la possibilità di fare lavatrice e asciugatrice. Ottima e abbondante colazione, un po’ meno la cena ma perché io non amo molto le zuppe. Un’altra cosa molto utile che ho notato è che c’era la possibilità di fermarsi anche con i cavalli, infatti tra le persone che ho conosciuto quella sera c’era anche una coppia di cavallerizzi che ci ha raccontato intrepide avventure in giro per il mondo.

prezzo: non lo ricordo

Zirauki o Cirauki

“Albergue Maralotx” 4****

La scelta di non fermarmi nelle tappe principali è sempre stata azzeccata ma non so se Puente La Reina valesse la pena essere visitata con più calma, io l’ho attraversata di sfuggita, percorrendo il suo lungo e bellissimo ponte in pietra per poi camminare diversi chilometri e giungere in un borgo molto particolare e suggestivo, con le case in pietra letteralmente abbarbicate su un alto colle roccioso. L’albergue Maralotx mi è piaciuto molto, pulito, colorato, ordinato e accogliente. La cena collettiva si poteva gustare in un ristorante adiacente, credo gestito dallo stesso albergue, che sembrava scavato dentro la roccia, molto carino e in stile rustico. Ottima la cena e la compagnia.

prezzo: non lo ricordo

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Estella

parrocchiale “San Miguel” 3***

Albergue donativo con colazione comunitaria, semplice ma carino, nulla di troppo pretenzioso ma per passarci una notte va benissimo, le persone sono state molto cordiali e ho un piacevole ricordo. Inoltre avete a disposizione anche la cucina per cucinarvi ciò che volete. L’unica nota dolente è solo un bagno, uno per le donne e uno per gli uomini, secondo me troppo pochi per il tanto di letti a disposizione.

prezzo: donativo

Villamayor de Monjardin

“albergue Villamayor de Monjardin” 3***

Albergue comunale credo, molto carino, pulito e ordinato, con i letti a castello in legno e bagni spaziosi. Non ricordo tanto di questo posto, è rimasto un pochino anonimo e privo di personalità ma è stato un buon posto dove passare la notte. C’è anche una piccola bottega proprio di fronte per cui potete fare la spesa e cucinarvi la cena perché c’è una bella cucina, attrezzata con tutto il necessario.

prezzo: non lo ricordo

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Torres del Rio

“albergue La Plata de Oca” 3***

Albergue molto caratteristico con all’interno un ristorantino niente male, dai muri in pietra e con i tavoli di legno scuro. L’ambiente sa molto di taverna medievale, in ogni angolo vi è appeso qualche cimelio, spada, scudo o arnese che ricorda il passato. Le camerate sono sistemate sotto un tetto con travi a vista, non ricordo molto dei bagni e della pulizia ma essendo un ambiente grande con il passaggio di molti pellegrini non garantisco sul pulito impeccabile.

prezzo: non lo ricordo

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Logrono

“albergue Santiago Apostol” 3***

Questo albergue era ben organizzato e possedeva parecchi posti letto, vi erano delle tendine per la privacy e delle piccolissime cassette portaoggetti per riporre effetti personali con dentro anche lo spinotto per ricaricare il cellulare. La sala dove poter mangiare era enorme, con lunghe tavolate e un piccolo chiosco interno in cui poter ordinare caffè o altro. Pulizia nella media.

prezzo: non lo ricordo

Navarrete

“albergue de Peregrinos” 3***

Albergue municipale ben attrezzato e pulito ma che non mi è rimasto particolarmente impresso.

prezzo: non lo ricordo

Najera

albergue “Puerta de Peregrinos” 4****

Albergue molto carino e ben attrezzato ma anche preso d’assalto da moltissimi pellegrini. Consiglio di arrivare presto e comunque di mettere in conto un bel po’ di fila. Le camere sono molto accoglienti, i letti sono in legno e pochi in ogni stanza. Gli hospitaleros molto gentile, mi hanno voluto portare persino lo zaino perché sono previste delle scale per andare alle camere.

prezzo: non lo ricordo

Cirueña

albergue “Virgen de Guadalupe” 2**

Nonostante in questo albergue mi sia divertita da matti e questo posto mi sia rimasto impresso non posso certo dire che sia uno tra i migliori albergues incontrati. Un po’ per la pulizia che lasciava a desiderare, un pochino per la stranezza del suo proprietario, un pochino anche per la presentazione dell’insieme sta di fatto che mi sento di consigliarlo. Sta di fatto che la compagnia e le situazioni che si creano in un albergue che prevede una cena comunitaria sono comunque speciali, quindi non fatevi condizionare dal mio giudizio. L’hospitalero è un pittore e, come tutti gli artisti, è anche un personaggio un po’ particolare. La sua casa è vecchia e un pochino sgangherata, forse questo ha contribuito nel giudizio finale.

prezzo: non lo ricordo

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Grañon

albergue parrocchiale “San Juan Bautista” 5*****

Albergue donativo, uno tra i più belli in assoluto e in cui ho vissuto una delle più belle esperienze del cammino. Quando si dice “stare in campana” ahahah.. beh, noi invece abbiamo dormito sul campanile. Si tratta di un’ala della chiesa di Grañon adibita ad albergue. Si presenta molto accogliente, pulito e dall’arredamento caratteristico, in stile rustico, con il caminetto e una grande tavolata al centro della sala dove viene organizzata una incredibile cena comunitaria in cui tutti sono coinvolti attivamente. Non mancano canti, scambi emozionanti, abbracci e una “incursione” nell’altra ala della chiesa in cui si svolge un suggestivo rituale che mi ha commossa ed emozionata tantissimo. Si dorme in terra, su dei materassini di pelle morbidi. Anche questa cosa, a primo impatto strana, poi diventa suggestiva.

Gli hospitaleros sono eccezionali e si prodigano per coinvolgere i pellegrini nelle attività. Si respira il senso di comunità e questa è davvero una nota aggiuntiva che rende questo uno tra i luoghi più magici del cammino. Naturalmente lo consiglio fortemente, esperienza indimenticabile.

prezzo: donativo

Tosantos

albergue “Los Arancones” 3***

Albergue privato che mi è apparso un po’ come un’oasi nel deserto dopo aver percorso 20 km sotto il sole tra vigneti e campi di grano. Sono arrivata qui che non credevo ai miei occhi… prato verde, spiaggine per prendere il sole, bar dove potersi ristorare e gente in pieno relax. Non ci ho pensato due volte. Non ricordo se fosse pulito ma la gentilezza dei proprietari è indiscutibile, mi hanno persino dato il phon per asciugarmi i capelli e hanno pensato loro alla lavatrice. Che dire, non so se per fortuna o per la troppa stanchezza io qui mi sono trovata benissimo.

prezzo: non lo ricordo

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San Juan de Ortega

albergue “San Juan de Ortega” 2**

Dopo circa 18 km sotto il sole e una voglia infinita di fermarmi (purtroppo nei 12 km prima non c’è proprio possibilità di farlo) sono arrivata in questo albergue situato nel bel mezzo del nulla e ho deciso di fermarmi. A primo impatto il luogo è carino perché si trova in una bella piazza vicino ad un bellissimo Monastero, a cui da quanto ho capito fa capo l’albergue quindi penso sia un parrocchiale. Ma sinceramente non me la sento di consigliarlo e se potete andare oltre troverete sicuramente di meglio. Sono le solite camerate aperte con decine e decine di pellegrini tutti insieme, tanta confusione e zero privacy, ma sopratutto non mi è parso per nulla pulito.

La cena, servita dai volontari, era poco sostanziosa e nemmeno molto invitante. Infine per stendere i panni ho dovuto farlo a rate perché non c’era abbastanza posto. Nei dintorni non c’è nulla, l’unica attrazione del posto è un piccolo bar affianco all’albergue.

prezzo: non lo ricordo

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Cordeñuela Riopico

albergue “Via Minera” 4****

Dopo qualche km dallo splendido sito di Atapuerca, che io ho trovato assolutamente fantastico ed emozionante, si trova un albergue che è un sogno ad occhi aperti. Sembra una grande villa con piscina e, nonostante il dormitorio sia una grande camerata, l’ho trovato molto pulito e accogliente. In realtà ci sono anche delle stanze con pochi posti letto e se siete fortunati potrete dormire in camere meno affollate. I bagni sono super lusso, grandi e con la doccia a idromassaggio che fa persino la cromoterapia. La sala da pranzo è praticamente un ristorante in cui viene servito, a pagamento, un menù del pellegrino da far leccare i baffi. Oltre ad essere, la villa stessa, un luogo di relax si trova in un contesto piacevole da vedere. Consiglio vivamente una sosta in questo paradiso.

prezzo: 5 euro

Burgos

“albergue municipale” 3***

Come spesso capita per i municipali anche quello di Burgos è impeccabile sotto il punto di vista organizzativo ma pecca sul lato della personalità. Ci si trova in grandi camerate super attrezzate, con tanto di tendina per la privacy, luce di lettura e spinotto per la corrente personali, grande cucina attrezzata, tavolate e macchinette per bevande e snack, bagni grandi, tutto abbastanza pulito ma ahimè manca quel contatto umano con il tuo hospitalero, con i pellegrini che incontri poiché con tanta gente è difficile instaurare momenti di condivisione se manca il collante. Ma questo è come l’ho vissuto io in solitaria e non è detto che vi accada la stessa cosa. Ad ogni modo è un buonissimo punto in cui alloggiare, al centro della città e a due passi dalla cattedrale. Ve lo consiglio.

prezzo: 5 euro

Hornillos del Camino

albergue municipale” 2**

Lo so, nel cammino ci si adatta ma non mi sono mai trovata malissimo in nessun luogo come in questo albergue. Ovvio, la mia esperienza non sarà mai la vostra ma, se volete un mio parere personale, evitatelo. Pulizia nella norma, anche se non al top. Letti a castello ravvicinati tanto che ti ritrovi praticamente a dormire a stretto contatto con uno sconosciuto. Quello che però mi ha lasciata veramente basita è la totale assenza di accoglienza e di sensibilità. Sono arrivata in questa tappa che ero febbricitante e dolorante e quando dei letti a castello rimasti mi è stato dato il letto superiore ho chiesto più volte disperatamente che mi venisse sostituito perché, pur provandoci, non riuscivo proprio a salire talmente ero stremata e con un ginocchio a pezzi. Mi è stato negato categoricamente.

Ho pianto lacrime amare e sono stata per fortuna aiutata da un pellegrino a salire, prima di crollare in un sonno profondo che per fortuna mi ha rimessa in piedi per poter affrontare la tappa successiva.

prezzo: non lo ricordo

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Rovine di San Anton

“albergue San Anton” 5*****

Dopo Burgos, in un cammino piatto che ci ricorda di essere ancora nel cuore delle mesetas, vi sono diversi posti in cui potersi fermare ma io avevo tanta voglia di camminare e sono andata oltre la tappa per giungere, con grande emozione, in uno dei luoghi che attendevo di visitare per tutto il cammino. Si tratta dei ruderi di un antico monastero di probabile origine templare. Le sue rovine si ergono maestose e conservano ancora quell’alone di energia mistica che ti fa prostrare in un devoto raccoglimento. Dentro questo sito vi è un albergue molto particolare in cui il tempo sembra essersi fermato.

Fermarsi qui è un dono per la nostra anima. Ma vi avviso, probabilmente non è un luogo adatto a tutti o perlomeno non a chi è in cerca di confort e di tutti i servizi. A San Anton non c’è elettricità, non c’è acqua calda, i panni si lavano alla fonte e dentro le mura, come per magia, il segnale internet non prende quindi vi ritroverete fuori dal mondo in un incredibile salto nel passato.

Tutto questo per me è valso 5stelle, per l’incredibile ospitalità, per il cuore e la condivisione, per la cena e la colazione condivisa a lume di candela, per quel momento di riflessione in cui lavavo i panni circondata dal verde e non ultima la sensazione di sentirmi a casa. Esperienza bellissima che vi consiglio vivamente di fare. Perché sono questi i momenti davvero magici che il cammino sa regalarti e che ti lasciano qualcosa di profondo dentro.

prezzo: donativo

Itero del Castillo

“albergue San Nicola” 3***

A circa 12km da San Anton vi è un altro albergue donativo che in molti considerano straordinario. Mi sono fermata qui perché dopo una salita ho cominciato ad accusare una fitta alla caviglia. In questo albergue tutto sommato mi sono trovata bene ma sinceramente non mi sento di considerarlo eccezionale come in molti mi avevano fatto credere, questo conferma il fatto che ogni esperienza è davvero personale. Si tratta di un donativo, gestito da una confraternita italiana, peccato che io di italiani o persone che parlassero italiano non ne ho visto nemmeno l’ombra.

L’albergue si trova letteralmente dentro la piccola chiesetta di San Nicola, purtroppo io sono capitata nei letti disposti nella zona bassa della chiesa dove la zona notte è letteralmente sistemata nella sala da pranzo e nella cappella delle funzioni. Non ci sono muri divisori. I bagni e la lavanderia, inoltre, si trovano all’esterno, cosa comunque molto comune a molti albergues. Prima della cena si è svolta la funzione religiosa con tanto di lavaggio e bacio dei piedi da parte degli hospitaleros, cosa che mi ha messo particolarmente a disagio. Non ero costretta a farlo, sia chiaro, sta di fatto che me ne sono pentita amaramente e ancora oggi, se ci penso, rabbrividisco al pensiero che un essere umano si possa umiliare in quel modo, inchinandosi a baciare i piedi di uno sconosciuto. Comunque questo è solo un mio pensiero personale, l’albergue in se non è poi così male.

prezzo: donativo

Boadilla del Camino

albergue “En el Camino” 3***

Albergue molto carino esteticamente, con vasto prato verde e piscina che ti fanno sentire in una piccola oasi di relax. La zona notte invece è un po’ meno curata, ha una grande camerata, i bagni in comune e la pulizia non proprio al top. Diciamo che però per una notte non è niente male.

prezzo: non lo ricordo

Ledigos

albergue “La Morena” 3***

Albergue molto carino, pulito e ben organizzato ma senza un grande coinvolgimento da parte degli hospitaleros che lo gestiscono. Ci sono arrivata in taxi dopo che, a metà della tappa tra Fromista e Carrion de Los Condes, oltre alla caviglia indolenzita ho cominciato ad accusare dei disturbi intestinali che mi ha messa al tappeto per diversi giorni. In questo albergue, infatti, ho trascorso due notti per riprendere le forze e poter continuare a camminare. Devo dire che tutto sommato mi sono trovata bene.

L’albergue è ben attrezzato di tutto, ha anche una cucina e i bagni sono grandi e divisi per sesso, i letti sono comodi, le prese non proprio a portata di mano ma ci sono. Per mangiare c’è anche il ristorante annesso (l’unico del circondario) perché se volete usare la cucina dovete fare i conti con il fatto che nel villaggio non troverete nessun market e neppure un negozio di nessun genere, solo una manciata di case, di capannoni agricoli, una chiesetta con cimitero annesso e la bellezza di 80 abitanti in totale. Si, mi sono sentita letteralmente fuori dal mondo.

prezzo: non lo ricordo

Sahagun

“Albergue Municipal Cluny” 2**

Arrivata a Sahagun con la febbre e una tendinite al piede ho deciso di fermarmi qui per la notte, precisamente nell’albergue municipale. Come abbiamo potuto notare in questo tipo di albergues spesso non vi è alcun rapporto tra pellegrini e hospitaleros ma sono generalmente dei luoghi ben organizzati. Diciamo che non è stata la migliore esperienza a livello emozionale ma è comunque una valida struttura per passare una notte decente. La fila di letti a castello sono ben disposti e non ci si disturba a vicenda, la cucina a disposizione è ben attrezzata ma è aperta, quindi il vociare di chi mangia spesso in gruppo può disturbare chi dorme. I bagni sono stati una piccola nota dolente, non mi sono sembrati pulitissimi e la struttura mi ha dato l’idea di essere vecchia e fatiscente. Per il resto ci si adatta, non è stato così male.

prezzo: 5 euro

Leon

Albergue “Las Carbajalas” conosciuto come il “Monastero delle Benedettine” 3***

Mi sono svegliata a Sahagun che non potevo mettere il piede in terra, figurarsi camminare, così ho fatto la cosa più sensata che potessi fare… ho fatto i 17km che mi mancavano per arrivare a Leon in treno. Arrivare all’ostello, a piedi dalla stazione dei treni, è stato un delirio nonostante l’albergue delle benedettine sia abbastanza vicino. Sono stata accolta in questo luogo con gentilezza e amorevolezza, aiutata in tutto persino nel lavare la roba. Mi sono fermata qui 4 notti prima di prendere la dolorosa decisione di interrompere a Leon il mio cammino. Ho trascorso qui 4 giorni bellissimi, nonostante il dolore, e fatto splendide amicizie che conservo nel cuore.

L’albergue è, come tutti i monasteri, pensato per accogliere centinaia di pellegrini e con così tanti numeri purtroppo può capitare che periodicamente arrivino persone che si portano dietro le cimici da letto, come mi era stato segnalato tempo prima, ma io sinceramente non ne ho mai vista una tantomeno in questo posto che, al contrario, ho notato essere pulito, ordinato e ben organizzato. Certo le camerate sono numerose ma, nel limite del possibile, divise per sesso. I bagni ugualmente. La cucina non è ben attrezzata per cucinare ma ci si può scaldare qualche bevanda, c’è un lavandino e ci sono piatti, bicchieri e posate. La colazione è comunitaria.

Il cortile offre una piccola zona ristoro con tavolini, sedie e macchinette per il caffè e le bevande. Anche qui, come nella maggior parte degli albergues, si può fare lavatrice e asciugatrice. La sera prima di cena si svolge la funzione dedicata al pellegrino, per curiosità ho partecipato una volta e devo dire che è stato emozionante.

La gentilezza degli hospitaleros e delle suore è indiscutibile, mi hanno fatto sentire come a casa sia in questa occasione che quando l’anno dopo sono ripartita da qui per continuare il mio cammino.

prezzo: fino al 2017 era un donativo poi dal 2018 hanno messo una tariffa fissa di 5 euro

Questo per ora è tutto, ma vi aspetto nella seconda parte di questa recensione per leggere di dove ho alloggiato da Leon a Finistrerre.

Buon Cammino a tutti!

Sylvié

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11 commenti

Arianna Lenzi Giugno 15, 2018 - 12:03 pm

evviva, aspettavo proprio questo articolo! che lavoro pazzesco hai fatto!

Rispondi
Federica Giugno 16, 2018 - 4:01 pm

Wow questo è un post davvero utile..
Mi piacerebbe fare il cammino (forse il prossimo anno) ed è già da un po’ che cerco consigli di questo tipo..
Complimenti per il post super dettagliato 🙂

Rispondi
drinkfromlife (@Chandanina) Giugno 16, 2018 - 10:48 pm

Grazie Silvia per questo prezioso articolo!
Hai fatto benissimo ad ascoltare il tuo corpo e anche a concederti uno sfizio, anche io faccio così nei viaggi lunghi e avventurosi.
Un abbraccio.
Sara Chandana

Rispondi
sylviezainoinspalla Giugno 17, 2018 - 12:04 am

Grazie ❤️

Rispondi
Albergues sul cammino francese, le mie recensioni da Leon a Finisterre (parte 2) – Viaggiare Zaino in Spalla Giugno 22, 2018 - 12:02 pm

[…] ho già detto nell’articolo parte 1 queste recensioni vogliono solamente dare delle indicazioni sulla mia personale esperienza […]

Rispondi
Giovy Malfiori Giugno 24, 2018 - 4:45 pm

Io ho aiutato mio fratello con gli albergues, tappa per tappa, perché lui viaggiava col suo cane al seguito e non tutti lo ammettevano. E’ stato il mio contributo personale al suo cammino.

Rispondi
Ecco alcuni consigli per intraprendere il cammino di Santiago in Estate – Viaggiare Zaino in Spalla Luglio 7, 2018 - 5:35 pm

[…] la cura e la prevenzione delle vesciche e persino delle recensioni interessati sugli albergues dove mi sono […]

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