Danimarca, un vecchio libro di H. C. Andersen

da Viaggiare Zaino in Spalla
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Oggi voglio condividere con voi una bellissima esperienza che mi è successa tempo fa. Questo non è solo il racconto di un vecchio libro di H. C. Andersen o di oggetti vintage impolverati. E’ una di quelle storie che scaldano il cuore e ti fanno capire quanto il mondo, e le persone, possano essere meravigliose.

La mia passione per il vintage

Sono sempre stata molto affascinata da tutto ciò che è vecchio, che siano cimeli antichi, ritrovamenti archeologici e da tutto ciò che può nascondere una storia dimenticata. Durante i primi anni di permanenza in Danimarca avevo creato un mio laboratorio di oggetti usati e partecipavo spesso ai mercatini per vendere o reperire oggetti particolari. Tenevo gli oggetti per un po’, poi li rivendevo perché non amo accumularetroppo. Mi piace “ascoltare” per un po’ le vibrazioni legate a questi cimeli, immaginando le vicissitudini legate ai gingilli e ai suoi vecchi proprietari. Nulla di più.

Un giorno ho letto l’annuncio di un signore che apriva la casa della sua mamma defunta, per regalare tutto ciò che c’era dentro poiché lui si stava per trasferire in Canada per lavoro e non poteva portare con se nulla di ciò che avrebbe voluto. Inoltre, prima di partire, aveva urgenza di mettere in vendita la casa ed era disposto a svuotarla completamente regalando ogni cosa. Una storia triste, ma anche affascinante, che ha fatto subito scattare la scintilla in me. C’era una bella storia dietro e avevo voglia di conoscerla.

Così, come mio solito, ho partecipato a questa Open House in un vecchio cottage indipendente circondato da un grande giardino abbandonato a se stesso. Il figlio della padrona di casa, che mi aveva poi contattata per darmi tutti i dati e l’indirizzo, era stato molto gentile al telefono e quando ci ha accolti in casa ho sentito sin da subito una sensazione positiva su di lui e su quella casa. Questo è molto importante perché portare a casa oggetti appesantiti da vibrazioni negative non è affatto salutare.

Bisogna farci “l’orecchio” per percepire subito certe sensazioni.

Una casa a disposizione

Appena varcata la soglia ed entrata nella grande living room, sono stata avvolta da una grande energia positiva e dall’odore di vecchio. La sensazione era quella di essere arrivata in una vera e propria isola del tesoro. Ero circondata da numerosi scaffali, pieni di vecchi libri. Ho cominciato a spulciare, con fare indifferente, nascondendo la mia grande eccitazione. Ero molto emozionata, avevo una casa intera a mia disposizione.

L’unica cosa a mio sfavore il fatto che non potevo portarmi via tutto ma dovevo scegliere minuziosamente. Poche cose, ma significative. Dentro di me stavo scalpitando.

Mio marito, che mi ha accompagnata sempre in queste “caccia al tesoro”, mi ha aiutata a scegliere e sopratutto a scartare le cose inutili, perché fosse stato per me avrei trattenuto tutto. Mentre raccattavo alcuni oggetti facilmente rivendibili nei mercatini, rinunciando a cose troppo ingombranti, ascoltavo le voci di mio marito e il padrone di casa che dialogavano in inglese.

Ogni tanto intervenivo, complimentandomi con il proprietario per le cose interessanti che c’erano e più stavo li, più avevo la sensazione che questa persona avesse una particolare luce che lo avvolgeva. A vederlo esteriormente sembrava uno straccione ma si capiva che era una persona interessante, che dava poco valore ai soldi ma molto valore alla vita. Non era attaccato alle cose e aveva un cuore grande.

La rivelazione

Durante la conversazione si è instaurato un particolare feeling. Lui era molto contento che avremmo preso noi quegli oggetti della mamma. Dopo un po’ scese in cantina per portarci un vecchio libro di fiabe, di H.C. Andersen, dicendoci che era una delle poche cose a cui era legato e che non riusciva a dare via.

Dovete sapere che io ho una grande passione per lo scrittore danese H. C. Andersen e in quel momento i miei occhi si illuminarono. Avevo davanti un vero e proprio gioiello prezioso. Gli racontai subito della mia passione per le fiabe di H. C. Andersen e quanto capissi il suo sentimento verso quel libro. Mi disse che gli fu regalato dai genitori quando era piccolo e lo aveva accompagnato in tutta la sua infanzia. Oltretutto era un caro ricordo di suo padre, morto ormai da anni dopo una vacanza fatta in italia, proprio nell’isola di Sardegna.

Una coincidenza?

A sentire quel racconto io e mio marito incrociammo subito i nostri sguardi con stupore. Lui non poteva sapere che eravamo sardi e quando lo informammo delle nostre origini lui, commosso e con gli occhi lucidi, ci volle raccontare tutta la storia di quella tremenda tragedia.

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Una storia incredibile

Durante il loro viaggio in Sardegna il padre era stato morso da una murena ed erano dovuti rientrare dalla vacanza prima del previsto. Dopo quel giorno il padre non si riprese, stando molto male per diverso tempo, finché alla fine morì. Un ricordo straziante, legato ad una terra che loro hanno comunque amato tantissimo. Lo stesso padre era molto innamorato della Sardegna e dei sardi, infatti sognava da tantissimo tempo di portare li la sua famiglia e fargli conoscere tutte le bellezze di quella terra che lui considerava paradisiaca. Quando finalmente lo fece fu anche l’ultima volta che ne mise piede.

Nel raccontare la sua storia, notai i suoi occhi lucidi e un sorriso velato nel suo volto.

Dopo aver finito il racconto ci fu un minuto di silenzio, per niente imbarazzante ma molto contemplativo.

Lui ad un certo punto mi guarda e mi dice: “dove sto andando non posso portarlo. E devo imparare a staccarmi dagli oggetti e dai ricordi tristi, per andare avanti. Voglio che questo libro lo custodisca tu per me”.

Un regalo inaspettato

Nel convincere se stesso, roteando per diverse volte il grosso volume tra le mani, ad un certo punto mi guarda e aggiunge: “è giunto il momento” dice con un sospiro di sollievo. Poi aggiunge: “ho trovato la persona giusta”. Non dimenticherò mai il suo sguardo profondo e pieno di luce, mentre mi porgeva il libro di H. C. Andersen e dicendomi che quel tesoro era per me.

Ne fui profondamente commossa. Lo presi timidamente, dicendogli che lo avrei custodito gelosamente come un tesoro prezioso. Poi gli chiesi di scrivermi una dedica, un pensiero, per ricordo. Lo fece con grande gioia.

Aprendo il libro il mio sguardo fu rapito dalla data di edizione: 1961, in lingua originale, pubblicato a Odense, città natale di H.C. Andersen. Ebbi un brivido su tutta la schiena. Quello era veramente un grande tesoro.

libro di fiabe H.C. Andersen

Gratitudine e insegnamenti

Rientrando a casa il mio pensiero è stato quello di infinita gratitudine. La vita di quella famiglia, pervasa da vicissitudini tremende eppure così piena di amore, mi era stata donata con gentilezza, affidata in custodia grazie a quel libro, per non fosse dimenticata. Uno degli aspetti più belli di questa passione per il vintage è proprio quello di incontrare persone incredibili, spesso particolari, interessanti, illuminanti.

Ogni storia, ogni tuffo nel passato, mi aiuta a capire meglio il presente e l’incredibile legame con gli altri. Un intreccio di vite che si sfiorano, anche solo per un attimo, dandoci piccoli tasselli della nostra esistenza intera. Siamo legati da fili invisibili che possiamo percepire appena ma che, se impariamo a “vedere” ci dicono tanto di ciò che siamo.

Rientrata a casa, con il mio bagaglio di oggetti recuperati, ho subito sistemato ciò di cui non mi sarei più separata: una vecchia macchina da scrivere, alcuni barattoli in latta, alcuni libri dalle copertine avvizzite e il libro più bello che abbia mai avuto in mano: Le più belle fiabe di Hans Christian Andersen.

Sistemando quei cimeli di famiglia, legati in qualche modo a me, la mente ha cominciato a vagare.

Sono molto grata di essere una persona aperta a voler conoscere le persona e le loro storie e sono molto consapevole che gli incontri speciali, quelli tra anime, avvengono in modo inspiegabile, con il dialogo universale del cuore a cuore, che va oltre ogni barriera linguistica e culturale.

Un grazie a H. per il suo grande cuore

Silvia

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