Ho saputo dell’esistenza del Cammino di Carlo Magno quasi per caso, grazie ad un incredibile concatenamento di eventi. Tutto è cominciato quando Antonio Votino, ideatore di questo bellissimo cammino assieme ad Andrea Grava, ha contattato la redazione delle Travel Blogger Italiane per presentare il loro nuovo progetto di Slow Travel con il desiderio di far conoscere alle Travel Blogger la Valle Camonica.
Io, in qualità di Travel Blogger camminatrice, nonché backpaker, sono stata molto entusiasta all’idea di poter fare da portavoce e parlare di questo cammino ai nostri lettori. Oltretutto ho potuto farlo proprio nell’anno del turismo lento.
Prima di scrivere un articolo sul blog, infatti, era giusto visitare di persona e collaudare questo cammino per poter conoscere meglio tutte le sua sfaccettature. Da subito, quindi, ho coltivato il desiderio di fare questa esperienza e preparare il mio viaggio zaino in spalla verso questo cammino di 100 km suddivisi in 5 tappe.
Non avrei mai pensato però di innamorarmi così tanto della Valle Camonica, della sua gente e dei suoi paesaggi meravigliosi. Eccomi qui, quindi, a raccontarvi di questa bellissima Valle e dell’esperienza favolosa che ho fatto assieme alla mia compagna di viaggio.
Organizzare il cammino
Ho cominciato ad organizzare nel dettaglio il cammino sin da subito e ho deciso di condividere l’esperienza con una compagna di viaggio molto speciale, ovvero la persona con cui ho trascorso gran parte della mia vita adolescenziale.
La mia amica Claudia è stata subito entusiasta dell’idea. Per lei era il primo cammino ma se l’è cavata alla grande. Per me è stato bellissimo poter camminare con lei, fianco a fianco, e ci siamo divertite proprio come ai vecchi tempi.
Ci siamo ritrovate a ridere come matte e ci siamo anche confortate nei momenti più difficili del percorso. Aiutarsi e sostenersi durante un cammino è una delle cose più belle del camminare in compagnia.
Nel momento dei preparativi, e anche durante il cammino, il gruppo Facebook dedicato ai cammini della Valle Camonica ci ha sostenute e da loro abbiamo tratto tanta buona energia, condividendo con loro i nostri passi, fino al traguardo.
Anche la bellissima amicizia con Antonio, che ci ha accompagnate lungo la prima tappa, è stata una piacevole occasione per conoscere meglio la storia di questo cammino. Un grazie di cuore va proprio a lui, per aver supportato i nostri passi lenti e averci raccontato tante belle storie e leggende sulla valle.
Oggi posso dire di aver fatto un cammino strepitoso, superando molti dei miei limiti anche fisici. Ho veramente amato il territorio Camune, la sua gente splendida e accogliente, i suoi borghi, il suo cibo buonissimo, le sue bellissime montagne e quel senso di libertà che solo un cammino sa darti. Ho persino fatto la mia prima esperienza in seggiovia, volando con i piedi a penzoloni fino a 1800 mt di altezza. Bellissimo!
Se con il cammino di Santiago avevo provato cosa volesse dire la santiaghite, tornando a casa da questo viaggio ho sentito la stessa nostalgia e la stessa mancanza. Come quando devi dire addio ad una persona molto cara e sai che molto probabilmente non la rivedrai più. L’unica certezza che ho nel cuore è che, quella valle, io non la scorderò mai.
Dettagli Tecnici
Tipologia di cammino: cammino ben tracciato con la presenza di strutture ricettive affiliate al progetto.
Lunghezza totale del cammino: 100 km
Suddivisione Tappe: 5 tappe, che si possono spezzare facilmente all’occorrenza:
- Lovere – Boario Terme: 16,5 km
- Boario Terme – Treno: 16,5 km
- Breno – Grevo (loc.Deria): 16 km
- Grevo – Edolo: 22 km
- Edolo – Ponte di Legno: 23 km
Percorso: percorso misto (sterrati, boschi, viuzze, mulattiere, asfalto, vecchie strade medievali e sentieri anche ripidi) con sali scendi sul territorio di vallata e di montagna.
Partenza: Lovere, lago Iseo
Arrivo: Ponte di Legno
Grado di difficoltà sulla base della mia esperienza personale: Gran parte del cammino è, a mio avviso, di livello medio-facile, sopratutto le prime tappe. L’ultima tappa, sopratutto il tratto boschivo da Monno a Vezza d’Oglio, lo considero impegnativo e di livello escursionistico ma sempre medio-facile. Questo tratto però non lo consiglio in solitaria se non si è allenati, per via delle sue forti pendenze e l’impegno a dover superare alcuni ostacoli sul sentiero (ad esempio alberi caduti da aggirare). Il cammino, in generale, si presenta molto piacevole, ricco di bellezze, a tratti faticoso ma fattibile.
Non è una passeggiata domenicale e il tratto boschivo dopo Monno merita un tantino di attenzione in più per via di alcune deviazioni che sono state apportate in conseguenza alla caduta di alcuni alberi, ma è un cammino accessibile e ben tracciato. In alcuni punti la segnaletica è stata nascosta dalla vegetazione ma con il descrittivo rilasciato dagli ideatori del cammino è facile non perdere il sentiero.
Altimetrie:
clicca sulle tappe per ingrandire
(le immagini di tappe e altimetrie sono tratte dal sito ufficiale www.camminodicarlomagno.it)
STORIE E LEGGENDE
La storia di questo cammino è molto affascinante e anche se il percorso è stato tracciato da pochi anni i suoi sentieri sono antichi e intrisi di storia e di leggende. Come quella su Carlo Magno, da cui il cammino prende appunto il nome.
La leggenda de Carlo Magno
Non vi sono documenti che attestino la veridicità di queste storie ma la leggenda da cui prende il nome questo cammino narra le gesta di Carlo Magno che, convertitosi al Cristianesimo, pare abbia percorso l’intera vallata per convertire (o conquistare) questi luoghi “dimenticati da Dio”.
Carlo Magno costringe così la gente del posto a convertirsi e nel farlo ordina la costruzione di numerose chiese, lungo il tragitto che percorre da Pavia a Lodi, da Bergamo a Lovere, fino alla valle Camonica ai piedi del confine.
Le battaglie contro i pagani furono cruente e le chiese che testimoniavano le sue vittorie spuntarono come funghi lungo tutto il suo tragitto.
Si narra che a Monno Carlo Magno annientò con cruente ferocia le truppe longobarde per poi raggiungere il Passo del Tonale dove, risalita la montagna, proseguì la sua crociata verso il Trentino.
Sinceramente nel fare questo cammino non mi è importato granché sapere delle gesta di un folle che, in nome di Dio, ha conquistato e ucciso, tantomeno mi è importato visitare le numerose chiese che ha fatto ergere. Non è certo per seguire le sue orme che consiglio questo cammino. Ma grazie ad esso ho invece imparato ad amare la Valcamonica, la sua gente, la sua storia arcaica legata agli antenati e alle tracce che hanno lasciato.
La leggenda sulla montagna
I Camuni nascondono, nelle loro montagne, tracce di un passato atavico e primordiale dove ancora oggi si possono scorgere i segni del passaggio di genti antiche di migliaia di anni.
Nella riserva tra Nadro, Ceto, Cimbergo e Paspardo vi sono, ancora visibili all’uomo, le antiche incisioni rupestri il cui sito è diventato Patrimonio Unesco.
Per me le storie degli antichi popoli nativi sono molto più affascinanti delle guerre in nome di Dio e con piacere ho ascoltato i racconti della gente del posto. Le leggende che aleggiano su questa valle e sulle sue montagna sono ricche di fascino, di mistero e di energia mistica. Quella su Pizzo Badile e la sua Concarena è, ad esempio, una leggenda davvero bellissima.
Se osservate la cartina potrete notare che la montagna Pizzo Badile e quella chiamata Concarena si trovano proprio una difronte all’altra. Il loro abbraccio forma quasi un semi cerchio. Tutta l’aria dentro un ipotetico cerchi che le comprende è ricca di storie affascinanti.
Si narra infatti che gli antichi Camuni avessero attribuito, a Pizzo Badile, l’energia maschile e, alla Concarena, l’energia femminile della natura, consacrando quell’unione come terra sacra. Forse proprio per questo motivo i nativi hanno lasciato qui i loro segni incisi sulla pietra. Proprio al centro di questo grande “cerchio sacro” vi sono infatti i ritrovamenti delle incisioni rupestri di incredibile bellezza e sempre in quest’area si manifesta, due volte l’anno, un fenomeno degno di attenzione.
Le due montagne stanno una difronte all’altra, come due amanti che non possono unirsi a nozze. Ma due volte l’anno, durante gli equinozi, il miracolo accade. Grazie a dei giochi di luce, in un cunicolo di raggi che si intersecano, il sole riesce a farsi spazio tra le nuvole e i due amanti possono finalmente sfiorarsi.
In questa occasione la vallata diventa un intersecarsi di ombre e luci, di raggi e di riflessi e al sorgere del sole, il giorno dell’equinozio di primavera ed equinozio d’autunno, lo spirito della montagna viene proietta in cielo. Così esordiscono gli abitanti della valle e queste sono le storie che si narrano sin dalla notte dei tempi, tramandate di voce in voce e di generazione in generazione.
Cosa accade nella Concarena
Ma cosa accade veramente tra Concarena e Pizzo Badile? Durante gli equinozi il sole sorge proiettando in cielo l’ombra di Pizzo Badile. Al suo tramonto l’ombra si siede nella parte più concava che si trova sulla Concarena, affondando pian piano fino a poi sparire. Il sole sigilla così la loro unione.
In quel momento pare che nella Concarena appaia persino un riflesso luminoso che ricorda tanto un’aquila dorata. Le credenze popolari legate ai culti ancestrali vedono in queste due montagne i guardiani di un portale, un luogo di energia che persino i Nativi d’America conoscono.
La vena romantica che caratterizzano i racconti popolari hanno un non so che di affascinante e suggestivo. Nel mezzo di tutto questo disegno ancestrale c’è poi un sito di incommensurabile bellezza che sta ai piedi delle due montagne: il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri.
Credetemi se vi dico che solo questo merita l’intero viaggio. Dovete assolutamente vederlo e, se potete, alloggiate alla foresteria per avere il tempo di visitare sia il sito che il museo. Di questo però ve ne parlerò meglio durante la tappa a Nadro perché c’è davvero tanto da dire su questi antichi segni dell’uomo.
Per ora vi lascio, con la promessa di raccontarvi, tappa per tappa, il cammino di Carlo Magno alla scoperta della Valle Camonica. Vi aspetto quindi alla prossima con il mio diario di viaggio.
Andate a visitare anche il sito ufficiale del cammino www.camminodicarlomagno.it e prendete appunti per il vostro prossimo viaggio zaino in spalla.
Sylvié
10 commenti
Brava Silvia, complimenti..E molto piacevole leggere il tuo blog…vi ho seguito durante il cammino e continuerò a seguire il tuo diario…sei molto brava e dai coraggio … brava ancora.
Ti ringrazio tantissimo Annalisa, le tue belle parole mi scaldano il cuore
Mi è dispiaciuto molto non poter partecipare in prima persona, ma sono super felice di leggere il tuo diario. Il cammino di Carlo Magno è sicuramente un percorso affascinante tra diverse epoche storiche. Poi ho avuto la fortuna di seguirti passo passo sui social e ho apprezzato la bellezza di ogni luogo. Grazie Silvia di invogliarci sempre a partire zaino in spalla!
Mi fa sempre piacere quando sento di essere ispiratrice di viaggi zaino in spalla, anche a me è dispiaciuto non aver potuto fare almeno una tappa con te ma ora con il senno di poi mi rendo conto che forse con il bambino piccolo non sarebbe stato proprio possibile per tanti motivi. Comunque non mancherà occasione vedrai, prima o poi quattro passi assieme ce li faremo!!
Ne avevo sentito parlare vivendo in Lombardia E non lontano da Bergamo. Quando posso gironzolo per quanto queste zone che sono davvero carine , il percorso mi piacerebbe molto farlo:) Per ora con qualche gita Scopro i paesini un po’ qua e un po’ là.
Un cammino che mia ha lasciato davvero tanto dentro, è bellissimo e te lo consiglio, un po’ faticoso ma molto gratificante.
Che meraviglia! Non sapevo di questo cammino ed io sono appassionata di cammini! Sylvie sai se si può fare al contrario da Ponte di Legno in giù?
La tracciatura è stata ideata per seguire una direzione precisa e non credo sarebbe molto chiara se la facessi al contrario, sopratutto in punti particolarmente impegnativi come il sottobosco o in certi sentieri. Oltretutto nel gruppo del cammino hanno messo a disposizione i descrittivi dei tragitti che seguono passo passo il tracciato. Sinceramente non ti consiglierei di farlo al contrario.
Bello e utile il tuo articolo. Ho recentemente scoperto anche io questo cammino e mi piacerebbe provarci, mi sembra che possa essere adatto come primo cammino: non troppo difficoltoso né troppo lungo, ma con paesaggi e atmosfere speciali
Se sei già abituata a camminare in montagna non ti risulterà impegnativo nonostante i dislivelli, io invece l’ho trovato particolarmente faticoso in alcuni tratti ma essendo un cammino breve è fattibile e lo rifarei sicuramente senza esitare. Non essendo abituata alla montagna ho però spezzato le tappe in modo differente da quelle consigliate quindi in realtà ci ho impiegato una settimana invece che 5 giorni.