Terzo giorno a Bruxelles – prima parte

da Viaggiare Zaino in Spalla
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Inizia con entusiasmo il nostro terzo giorno a Bruxelles. La notte in ostello è stata piacevole e noi abbiamo riposato benissimo, nonostante abbiamo condiviso la stanza con un’altra ragazza che però è arrivata molto più tardi di noi ed è stata anche molto discreta e silenziosa.

Ci attendono ancora lunghe camminate e tantissime cose da vedere quindi ci alziamo presto, ci prepariamo e sistemiamo i nostri zaini. La stanza è piuttosto grande, con 6 posti letto e due bagni: uno con docce e lavandini e uno con il servizio wc separato. Quindi anche la preparazione mattutina avviene in piena serenità.

Scendiamo a fare colazione. C’è un’abbondante buffet compreso nel prezzo e noi ne approfittiamo.

Dopo colazione ci mettiamo in cammino. Le giornate di sole continuano ad accompagnarci in questa incredibile avventura belga e ne siamo felici.

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l’Hostel Generation Europe è stato davvero un’ottima scelta e ci dispiace doverlo lasciare ma purtroppo al momento della prenotazione non c’erano altre notti disponibili. Così abbiamo optato per un’altra sistemazione a nord della città.

Staremo al The Helmet Hotel, un tre stelle che però si è rivelato una grande delusione. Una nota positiva è che questo ci ha permesso di conoscere un’altro pezzetto di Bruxelles.

Intanto il nostro primo appuntamento del giorno è nuovamente in ambasciata. Biglietto aereo di rientro alla mano, prenotato la sera prima, ci dirigiamo negli uffici consolari per farmi rilasciare finalmente questo tanto agognato documento provvisorio.  

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Mentre attraversiamo il Molenbeek Saint Jean, quartiere mussulmano che ci ha ospitate finora, ci sale il buon umore e le risate sono inevitabili:

<<Dani dove stiamo andando?>> chiedo a mia sorella con la videocamera accesa.

<<In ambasciata>> risponde lei, con una voce gutturale e gli occhi al cielo su una faccia schifata, che mi fa scattare una irrefrenabile risata.

Questo tipo di risate, una volta innescate, difficilmente si frenano e ogni occasione diventa una scusa per continuare a ridere. Continuiamo a farlo, infatti, per tutto il percorso che in questo modo sembra essere anche più leggero. 

Arriviamo finalmente al canale che divide in due la città. Prendiamo il tram che dalla Boulevard de Nieuport ci porta al Parco di Bruxelles e da lì andiamo a piedi fino al consolato italiano che si trova a pochi isolati.

Prendiamo i mezzi pubblici perché abbiamo fretta di arrivare agli uffici della cancelleria consolare, immaginando la grande fila che ci attende.  Con nostro stupore però, appena ci vedono ci riconoscono e ci fanno entrare subito in un’altra ala del palazzo. Qui facciamo comunque un ora di fila. Non c’è verso di evitarlo.

Sbrigate tutte le pratiche siamo finalmente libere e ufficialmente Turiste a Bruxelles. E con questo si chiude anche il triste capitolo della nostra disavventura iniziale.

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Alla scoperta del quartiere Les Marroles

Ci incamminiamo in quello che ci consigliano essere uno dei quartieri più antichi e pittoreschi di Bruxelles: il quartiere Les Marroles.

Dista circa 1 km e mezzo da dove ci troviamo e così decidiamo di incamminarci, ma non prima di aver pranzato in una piccola pizzeria d’asporto che ci sorprende piacevolmente. Percorriamo poi la Rue Berckmans e arriviamo in una grande piazza verdeggiante dove si erge, maestosa, una costruzione regale che ricorda tanto i castelli delle fiabe.

Si tratta di Helleport, letteralmente porta di Hel o cancello di Hel, un monumento alla memoria della turbolenta storia medievale della capitale Belga. Il “castello” è infatti una delle sette porte della città, di epoca medievale, restaurato nel tardo ‘800 in stile neogotico. Recentemente è stato trasformato in un interessante museo delle arti e della storia (costo del biglietto per entrare al museo, 7 euro).

Decidiamo di non entrare e di andare avanti, desiderose di conoscere al più presto l’anima antica e caotica di Bruxelles, quella un po’ fiamminga e un po’ francese, ma anche calda come i quartieri latini. Qui si susseguono le botteghe artigianali e i negozi di antiquariato, i mercati etnici e il cibo nostrano.

Il quartiere è pieno di bistrot e ristoranti dove poter assaggiare la vera cucina tipica belga.

Una piccola curiosità su Les Marroles: il quartiere deve il suo nome ad un ordine di suore che intorno al ‘600 e ‘700 accoglievano e aiutavano le prostitute che, a quai tempi, affollavano i vicoli del borgo.

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Ci catapultiamo verso la Place du Jeu de Balle, famosa per ospitare il più grande mercato delle pulci della città che ogni mattina ravviva il quartiere. Arriviamo quindi finalmente nel cuore di Marroles.

Ci immergiamo nella sua magia e restiamo affascinate dai tanti colori e da quel vociare non fastidioso che ci trasporta in terre calienti, con mix culturali e artistici cha passano dallo stile fiammingo, al Bohémien fino a quello dell’art déco. Questo quartiere è proprio come una piccola città dentro la città. Un pullulare di sensazioni ed emozioni ci fanno subito innamorare di questo posto.

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Ci perdiamo volentieri tra i vicoli ed esploriamo ogni angolo nascosto, affascinate dai tanti murales e dalle numerose botteghe dell’usato. Di queste ultime mi colpiscono soprattutto quelle dedicate ai vinili, ai libri e agli oggetti in legno.

Arriviamo in una piazzetta ricca di bandierine svolazzanti. Ci sono numerosi tavolini a ridosso dei vari caffè. Aguzziamo la vista e, man mano che ci avviciniamo, scopriamo che quelle che credevamo essere bandierine sono in realtà tantissime magliette colorate. Queste decorazioni, che fanno tanto Nepal, partono dall’ascensore panoramico e salgono verso la parte alta della città.

Prendiamo l’ascensore in vetro e ci ritroviamo subito in un altro quartiere, quello sulla piazza del Monumento alla Gloria della fanteria, proprio a due passi dal noto e imponente Palazzo di Giustizia.

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Concludiamo la nostra tappa mattutina ammirando la città dal belvedere. Una vista che ci conquista. Siamo stanche ma felici. Il sorriso nei nostri volti lo dimostra.

Da Palazzo Giustizia prendiamo il tram per dirigerci al nostro hotel, lasciare gli zaini, farci una bella doccia, riposare un pochino, e tornare ad immergerci nella città dalle sue mille sorprese.

Si, perché la giornata è ancora lunga e noi abbiamo deciso di andare a vedere il parlamento europeo. Ma questo ve lo racconto nella seconda parte di questa nostra giornata a Bruxelles.

Vi aspetto, con una bella novità da svelarvi. A presto!!

Sylvié

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