Oggi concludiamo la nostra avventura sul Cammino di Carlo Magno arrivando a Ponte di Legno. Vi è piaciuta l’avventura di ieri sulla tappa Edolo – Vezza d’Oglio? Dite la verità, la mungitura delle mucche non ve l’aspettavate eh? ahahah!!
Beh, sicuramente il nostro non è stato un cammino convenzionale. Oggi poi vi racconto di come io e Claudia siamo arrivate in paradiso e di come abbiamo superato la paura dell’altitudine. Seguiteci in questa ultima tappa alla scoperta di Ponte di Legno!
Diario di viaggio
19 Luglio 2019, da Vezza d’Oglio a Ponte di Legno
La nostra giornata sul Cammino di Carlo Magno comincia con le migliori intenzioni ma quando scendiamo le scale dell’hotel di Vezza d’Oglio, per andare a fare colazione, le gambe sono ancora indolenzite per la fatica del giorno prima. Il mio ginocchio mi chiede pietà, non riesco neppure a fare i gradini, no, non ce la posso proprio fare. Claudia mi asseconda, anche lei è stanca e forse oggi potremmo prendercela comoda e fare le turiste.
Durante la colazione decidiamo di prendere il bus per Ponte di Legno, ci informiamo e passa proprio nella strada principale, dove c’è il ponticello. Raccogliamo i nostri zaini e ci incamminiamo per arrivare alla fermata, i biglietti li faremo sul bus.
Arrivate a Ponte di Legno, complice l’orario e la bellissima giornata di sole, decidiamo di vivere un’altra bella avventura prima di andare in hotel e così saliamo, per la prima volta in vita nostra, in una seggiovia.
La seggiovia all’ingresso del paese ci porterà a Valbione, a circa 1500 mt di altezza. L’alternativa di arrivare fino al Passo del Tonale ci alletta ma preferiamo non esagerare, vista la nostra totale inesperienza con questo tipo di strutture e con il fatto che non sappiamo assolutamente che effetto ci farà l’altitudine.
Facciamo i biglietti alla cassa e con assoluta nonchalance, paragonabile a quella di due ippopotami su una mongolfiera, ci apprestiamo a saltare sulla seggiovia con i nostri due pesanti zaini e con la paura di cascare ancor prima di riuscire a salire. Chiudiamo la sbarra difronte a noi, siamo salve. Cominciamo a salire…
Oddio!! Oddioo!! Ooomiodiooooooo!!!!
Siamo sospese in aria e con i piedi penzolanti. Siamo felici come due bambine, ma allo stesso tempo anche un pochino impaurite ma molto emozionate. L’aria frizzante sulla faccia ci racconta di queste montagne rigogliose. L’aria è fresca e pulita. Siamo elettrizzate e al passaggio di persone che scendono dalla parte opposta noi salutiamo divertite.
Perché nessuno mi ha mai detto che salire su una seggiovia è così divertente!!! Lo voglio rifareeee!!!
Salita a Valbione
Arriviamo a Valbione e saliamo al rifugio per ammirare il bellissimo paesaggio circostante. Difronte a noi, come in una splendida cartolina, c’è un bellissimo laghetto di acqua cristallina, circondato da alberi, steccati e viuzze che portano in ogni dove. Molte persone passeggiano, alcuni fanno trekking, altri prendono comodamente il sole. C’è anche chi pranza al rifugio e chi invece si accinge a salire ancora più in alto, con la seggiovia, sul Corno d’Aola a 1900 mt di altitudine.
Ci godiamo questo incredibile posto e decidiamo di pranzare al rifugio, difronte al lago e con una vista del paesaggio che toglie il fiato per la bellezza. Siamo arrivati in paradiso e non lo sapevamo?
Salita a Corno d’Aola
Dopo aver pranzato decidiamo di riprovare l’ebrezza della seggiovia, ormai ci abbiamo preso gusto e quindi decidiamo di salire a Corno d’Aola. Chiediamo al gestore della seggiovia di tenere i nostri zaini in custodia e, con mosse tattiche da film comico, riusciamo a salire al volo nella nostra seggiola penzolante.
La salita è ancora più suggestiva della prima, siamo in mezzo ai boschi, altissimi abeti ci vengono incontro e ci sfiorano che sembra quasi di poterli toccare. Sotto di noi i sentieri di montagna si intrecciano e si nascondono nel sottobosco. Scorgiamo qualche camminatore che fa trekking. Alcune persone che scendono ci salutano. Il percorso è lungo e noi cominciamo a raccontare storie sulla possibilità di qualche giuasto, citando film poco entusiasmanti e ridendo per sdrammatizzare.
Improvvisamente la seggiovia si blocca e si ferma proprio a metà strada. Ci guadiamo di scatto, con sguardo allarmato e cominciamo a preoccuparci. Mannaggia a noi e alla nostra passione cinematografica. Giuro che non guarderò più film drammatici ambientati in alta montagna.
Dopo pochi secondi che sembrano un’eternità la seggiovia riprende la sua corsa. Probabilmente è stata fermata per far salire qualcuno poco agile, nulla di allarmante, suvvia. Riprendiamo a salire e dopo qualche minuto siamo finalmente arrivati a destinazione, allo skilift “Angelo”.
Intorno è tutto verde con un cielo azzurro pastello e qualche nuvoletta bianca che sembra essere disegnata da un bambino. Siamo veramente in alto e da qui si può ammirare l’intera vallata. Il paesaggio è bellissimo. Attorno a noi c’è la catena montuosa che circonda il Parco dell’Adamello e più in alto ancora, da un lato, il famoso Passo del Tonale che si trova proprio al confine con il Trentino. Sono estasiata.
Decidiamo di fare una passeggiata e dirigerci verso la chiesetta di San Giovanni Bosco. Si tratta di una piccolissima chiesetta con delle panchine su cui poter ammirare una vista panoramica spettacolare.
Discesa a Ponte di Legno
Ci tratteniamo per un po’ di tempo e ci rilassiamo, facciamo qualche foto, poi decidiamo di tornare giù. E’ già pomeriggio, dobbiamo ancora prendere la nostra stanza e visitare Ponte di Legno.
Scendere da 1900 mt di altezza non è una cosa da nulla, Claudia patisce con un pochino di mal di testa e una leggera sonnolenza. Io sto filmando la discesa e la sorprendo addormentata beatamente. Infondo siamo entrambe stanche, dopo tutti questi giorni in cammino.
Quando arriviamo a Ponte di Legno siamo nuovamente attive e ci dirigiamo al paese in cerca del nostro albergo. All’ingresso del paese la scritta di Ponte di Legno ci fa tornare alla realtà. Abbiamo finito il nostro cammino, definitivamente. Ora siamo a tutti gli effetti delle turiste che vanno in giro in uno dei luoghi più gettonati del turismo invernale.
Ci incamminiamo verso il centro del paesino, molto caratteristico e attraversato da un corso d’acqua che rende il panorama ancora più suggestivo. Costeggiamo e attraversiamo il Torrente Narcanello e ci dirigiamo verso la chiesa della Santissima Trinità e la sua fontana, ufficialmente tappa finale del Cammino di Carlo Magno.
Saliamo fino alla piazza e finalmente deponiamo il nostro zaino in terra.
Qui si conclude definitivamente il nostro cammino.
Se posso darvi un consiglio andate in Valcamonica a percorrere il Cammino di Carlo Magno o la Via Valeriana, i due cammini che fanno parte di questo splendido territorio tutto da scoprire.
Sylvié
2 commenti
Ciao Silvia,
Bel racconto delle vostre avventure…
Noi abbiamo iniziato ha girare in Valcamonica dall’anno scorso e dobbiamo scoprire ancora tanti posti…
Rispetto a voi,io e mio marito abbiamo rallentato perché siamo 2 pensionati…però non vogliamo fermarci.
Leggo tanto le avventure degli altri…e mi ricordo come facevo da giovane anch’io nel mio paese d’origine România.
Tanti saluti da Cremona!
Angela e Bruno Bissolotti
Grazie per il tuo bel messaggio, che bello che state visitando quei posti meravigliosi, io li porto nel cuore. La Valcamonica è una terra davvero meravigliosa! Buone passeggiate