Monte d’Accoddi, la ziqqurat più grande d’Europa è in Sardegna

da Viaggiare Zaino in Spalla
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Si chiama Monte d’Accoddi, è la ziqqurat più grande d’Europa e si trova in Sardegna.

Che la Sardegna fosse un museo a cielo aperto era noto a tutti, ma tra i tantissimi siti archeologici rinvenuti nell’isola quello di Monte d’Accoddi è una perla rara.

La piramide a gradoni, santuario pre-nuragico datato 3000 anni a.C., è unico nel suo genere sia in Sardegna che in tutta Europa.

Spesso paragonata alle ziqquart mesopotamiche, Monte d’Accoddi oltre ad essere più antica conserva in sé anche tutte le caratteristiche peculiari della storia pre-nuragica dell’isola sarda.

il villaggio

L’area intorno al sito di Monte d’Accoddi è circondata dai resti di quello che doveva essere un villaggio pre-nuragico.

L’insediamento su questo sito avvenne già nel IV millennio a.C. e successivamente si stabilirono definitivamente le genti che gli studiosi definiscono come popolo della “cultura di Ozieri”.

Si tratta di una comunità numerosa e ben organizzata sia socialmente che culturalmente. Questo viene attestato dalla significativa testimonianza di resti funerari e votivi, da una necropoli con tombe scavate nella roccia (Domus de Janas) e dalla struttura delle abitazioni con muretti in pietra e pareti di mattoni crudi.

La capanna dello stregone

Tra i resti del villaggio di Monte d’Accoddi è presente anche ciò che doveva essere la capanna di uno sciamano.

A quei tempi i villaggi avevano sempre uno stregone o una curandera che si occupavano del benessere fisico, psicologico e spirituale della comunità. In questa capanna sono stati ritrovati diversi manufatti, una statuina femminile (probabilmente dedicata alla Dea Madre) e un corno di bovino, tradizionalmente usato come linea di confine tra i due mondi, in segno di protezione, per delineare l’ingresso ad un’area sacra e protetta.

Dello stesso periodo, risalirebbero anche il menhir, la lastra-altare e l’omphalos.

il menhir

Il menhir, o Pedra Fittas in sardo, è situata nella parte sinistra della gradinata che porta alla piramide.

Si tratta di un grosso monolite calcareo, alto 4,5 metri e pesante quasi 6 tonnellate, eretto come guardiano e testimone dello svolgimento di cerimonie sacre dedicate al culto del femminino e quindi alla fertilità.

I menhir, è risaputo, sono infatti simboli fallici volti a rappresentare la forza e il vigore, il seme della vita e tutto ciò che caratterizza l’energia maschile che feconda.

la lastra-altare

Nel lato opposto al menhir si trova una grande lastra di pietra, chiamata lastra-altare, una sorta di grande tavolo cerimoniale in cui probabilmente venivano riposte le offerte.

Il rinvenimento di resti animali fa comunque presumere che questo lastrone fosse anche un vero e proprio altare sacrificale, utilizzato per le funzioni religiose.

L’inghiottitoio naturale, che si trova al di sotto il lastrone, fa pensare infatti che venisse utilizzato per lo scolo del sangue delle bestie sacrificate. Nulla di strano che a quei tempi, dopo la caccia e prima della macellazione, gli animali venissero purificati con un cerimoniale prima di essere mangiati o conservati.

l’omphalos

Ai piedi del sito vi sono anche due grossi macigni sferici che furono rinvenuti nella parte orientale del sito e poi spostanti. La sfera più grossa è stata oggetto di molti studi e quesiti.

La maggior parte degli studiosi concorda sul fatto che questa possa rappresentare una pietra sacra, un Omphalos, “ombelico del mondo” molto simile a quello di Delfi. Non per niente la Sardegna è stata, per molti millenni, considerata una terra al centro del mediterraneo antico.

Questa roccia sferica, rappresentazione della divinità, ricorda sia il sole che l’uovo, entrambi simboli di fecondità e quindi sacri alla vita.

La piramide a gradoni

Verso la fine del Neolitico, tra il 3020 e il 2860 a.C., sopra l’area sacra di Monte d’Accoddi, venne costruita una piattaforma rettangolare alta più di 5 metri. Una piramide spezzata a gradoni molto simile alle ziqqurat rinvenute in Mesopotamia, del III millennio a.C.

Per poter accedere a questa piattaforma venne creata una rampa lunga ben 25 metri. La gradinata e l’intera struttura venne edificata utilizzando le pietre del posto.

Sopra la rampa venne poi costruito un tempio rettangolare, non più visibile, chiamato “il tempio rosso” per via dell’intonaco rosso che venne utilizzato. Un probabile incendio fece crollare parte dell’edificio così gli abitanti, per proteggere meglio il tempio, realizzarono successivamente un nuovo perimetro con pietre più grosse, inglobando all’interno anche il vecchio tempio.

Monte d'Accoddi

Altri simboli rinvenuti

Tra i vari reperti rinvenuti, ci sono anche due stele antropomorfe scolpite con motivi in rilievo che, anche se schematizzati, presentano senza dubbio elementi fisici del corpo umano.

Entrambe raffigurano la figura femminile. Probabilmente la divinità.

Una ha incisioni a spirale, l’altra presenta una faccia grande e allungata che ricorda quella di un alieno, ed è munita di braccia e di seni.

stele-antropomorfa

Come arrivare

Monte d’Accoddi si trova nella parte nord occidentale della Sardegna, più precisamente in provincia di Sassari. Arrivare in auto da Sassari è molto semplice, basta percorrere la ex Strada Statale 131 che da Sassari conduce a Porto Torres.

Dopo circa 13 km si deve svoltare a sinistra nella Strada Vicinale Ponte Secco, una stradina sterrata che porta in campagna. Per poter prendere questa via però si dovrà proseguire poco più avanti e fare inversione di marcia per via della presenza del guardrail.

Proseguendo per lo sterrato trovate i cartelli per Monte d’Accoddi che vi condurranno al sito. Non dovete entrare nel cancello aperto ma andare dritti, dove si trova l’ingresso e la biglietteria. Una volta presentato il biglietto, o averlo acquistato in loco, vi faranno proseguire in auto lungo il viale, fino al piazzale che si trova ai piedi del sito archeologico.

Biglietti e Orari

Il costo del biglietto intero è di soli 4 euro mentre quello ridotto per gli studenti è 3 di euro. I bambini al di sotto dei 6 anni non pagano.

Con la stessa cifra potete anche richiedere, su prenotazione, la guida che vi racconterà la storia del sito. Se non volete la guida potrete comunque scansionare, con il QR, la documentazione e leggerla comodamente dal vostro cellulare.

Il sito archeologico è aperto tutti i giorni dalle 10 alle 18 tranne il lunedì, la domenica e i festivi.

per avere informazioni più dettagliati su Monte d’Accoddi visitate anche il sito ufficiale del turismo di Sassari.

Sylvié

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