Viaggiare Zaino in Spalla

Come ho sconfitto le mie paure sul Cammino di Santiago

Oggi vi racconto di come ho sconfitto le mie paure affrontando una delle sfide piu belle della mia vita: il cammino di Santiago, zaino in spalla.

Un passo dopo l’altro

Tutto è nato un po’ per caso. Ho deciso di fare il cammino di Santiago per mettermi alla prova ma soprattutto per ringraziare la vita. 

Nel 2017 ho deciso di muovere i primi passi sul Cammino di Santiago, partendo dai Pirenei per arrivare fino all’oceano. Ho preso la Via Francese, conosciuto anche come la via delle stelle. Decidere di partire non è stato facile, per una persona come me poco abituata a camminare e tendenzialmente molto sedentaria.

Per superare un limite ci vuole coraggio e il coraggio è sempre una scelta.

Con tanta fatica e sofferenza sono riuscita ad arrivare a León dopo 500 km a piedi, zaino in spalla. Purtroppo una tendinite mi ha bloccata costringendomi ad interrompere il cammino a metà. Ma ero determinata a non mollare, volevo finire quello che avevo cominciato, così non mi sono data per vinta e l’anno successivo sono ripartita per concludere il mio cammino di Santiago partendo da Leon.

Con più consapevolezza e con la voglia di godermi ogni passo con serenità, sono riuscita in questa impresa e ho camminato con gioia, provando emozioni indescrivibili.

Sul cammino di Santiago ho fatto anche degli incontri bellissimi. Dopo 300 km, finalmente, sono arrivata a Santiago de Compostela. È stata un’esperienza indimenticabile. Pensare di esserci riuscita davvero, con il mio zaino, il mio passo lentissimo e le mie gambe stanche, mi dà ancora una carica pazzesca. È stato incredibile!

Gli ultimi chilometri sul cammino di Santiago sono i più duri, si è stanchi ma vorresti che tutto ciò non finisse. Quando sono arrivata difronte alla cattedrale di Santiago sono rimasta paralizzata per almeno mezz’ora, sulla Plaza do Obradoiro, con addosso il mio zaino che non riuscivo a togliere, forse incredula di essere veramente riuscita ad arrivare. Felice come non mai.

Dopo aver trascorso una notte a Santiago de Compostela ho sentito fortemente il richiamo dell’oceano, il mio viaggio non si era ancora concluso, era arrivato il momento di raggiungere Finisterre, la mia vera meta.

dove tutto finisce e tutto inizia

Quando sono giunta là, dove tutto finisce e tutto ha inizio, difronte all’immensità dell’oceano, il mio sguardo si è perso tra la linea sottile che separa il cielo dal mare.

Non potevo credere di avercela fatta, di essere riuscita a realizzare tale impresa nonostante il mio problema di salute. Non riuscivo a credere di essere arrivata alla fine del vecchio mondo.

Oltre ogni limite

La mia insufficienza epatica mi aveva sempre limitata in passato, su tutto quanto. Ora, grazie al cammino di Santiago, avevo finalmente compreso che in realtà il mio vero limite ero sempre stata io, con la mia paura.

Paura soprattutto di compromettere una salute fragile, dovuta a tanti anni di malattia, trasfusioni e un trapianto di midollo che mi aveva salvato la vita.  Per troppo tempo avevo creato muri, che credevo invalicabili, per proteggere il mio dono della vita, finché non ho deciso che era giunto il momento di mettermi veramente in gioco e viverla davvero questa nuova vita.

Una guarigione è una nuova opportunità che non va sprecata.

Quando sono arrivata a Finisterre ho ringraziato e ho espresso tre desideri, recitando un mantra buddista per trasmettere ancora più energia. Avevo in mano una piccola concha (conchiglia) e un piccolo sasso, trovati sul cammino. Li ho lanciati con forza, oltre il dirupo, restituendoli al mare.

Il desiderio più grande

Ora sicuramente vi starete chiedendo come sia andata a finire e quali fossero questi tre desideri…

Posso solo dirvi che, tra essi, c’era anche il desiderio di poter guarire da una patologia al fegato che mi trascinavo da anni. Qualche mese dopo sono stata chiamata per una cura sperimentale e ho potuto realizzare quel grande desiderio.

Nel frattempo vado avanti con fiducia, un passo alla volta, desiderosa di viaggiare zaino in spalla per vedere il mondo a passo lento.

Ultreya!!

Sylvié